post verità
Pulci, indovinelli e postverità.
13/06/18 08:49 Filed in: scienza
Nelle acque dolci d’Europa vivono circa novanta specie di fillopodi, conosciuti come “pulci d’acqua”. Per la maggioranza si nutrono di alghe microscopiche ed a sua volta sono un importante alimento per i pesci che in questo modo possono usufruire anche delle proprietà nutritive delle alghe. Le pulci d’acqua sono crostacei molto piccoli, spesso inferiori al millimetro e si possono apprezzare nei particolari solo al microscopio, come in queste foto nelle quali sono state ingrandite cento volte.
Per un singolare effetto di Pareidolia quando questi piccoli organismi vengono osservati dall’alto o dal basso sembrano riprodurre un volto umano. L’Effetto scompare quando invece sono visti di lato. La Pareidolia è una tendenza istintiva e automatica, inconscia, a trovare strutture ordinate e forme familiari nelle immagini. Tipiche sono le figure che si scorgono nelle nuvole o i volti fra le rocce dei paesaggi. Il nostro cervello può fare la stessa cosa anche con i suoni come può capitare ai madrelingua tonali (cinese, thai e molte lingue subshariane) dove rumori come il soffio del vento o il frusciare delle foglie possono veicolare precisi messaggi verbali o musicali.
La stessa “creatività” accade anche nell’elaborazione dei ricordi, come ben sa chi si occupa di testimonianze forensi.
In sostanza tendiamo a percepire la realtà non in maniera oggettiva, ma attraverso il filtro delle nostre predisposizioni, conscie ed inconsce.
Portiamo occhiali con lenti colorate anche quando siamo convinti di non averli.
E’ quello che oggi viene chiamato “post verità” e se ne fa un uso spesso negativo, come nelle “polarizzazioni” sui social dove si cerca solo la conferma delle proprie idee e il disprezzo per chi non è del clan.
Eppure questa qualità “proiettiva” della mente umana da sempre può essere usata anche per incontrarsi ed arrichirsi a vicenda: la Tua verità può far diventare più vera anche la Mia. E’ quello che nel piccolo stiamo facendo, da quasi due anni sul mio profilo FB, con gli indovinelli: cercare una soluzione che corrisponda alle tre definizioni e condividerla con gli altri. La “soluzione” con cui si è costruito l’indovinello c’è, è reale, ma spesso è meno importante e di spessore delle soluzioni “altre”.
Dante Basili
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Fake News e Post Verità
17/05/18 10:21 Filed in: scienza
Fake news e post-verità sono sintomi di una deriva irrazionale dell’umanità?
Non vi può essere una deriva irrazionale dell’umanità perché l’irrazionalità è già una prerogativa di tutta la nostra specie!
Che l’essere umano sia mosso dalla ragione è un ingenuo sogno illuminista: anche il più razionale degli esseri umani, un uomo di testa direbbero gli antichi, vive nella giornata incontrollabili momenti di pancia, una moltitudine di piccole ossessioni, paure e manie o stati di ordinaria “trance quotidiana” che ben poco hanno a che fare con la razionalità.
Se la definizione di Fake News è facilmente intuibile, lo è meno quella di Post-Verità.
Nel 2016 l’Oxford Dictionary ha eletto “post-verità” a parola dell’anno e ne da questa definizione: “aggettivo che denota circostanze in cui i fatti oggettivi sono meno influenti, nella formazione dell’opinione pubblica, rispetto all’emotività ed alle convinzioni personali.”
Un poco come dire che non è vero ciò che è vero, ma ciò che siamo abituati a percepire come tale.
E questa “abitudine”, questa polarizzazione confermata sia dalla pratica quotidiana sia da chi la pensa come noi, come una sorta di eco amplificato da una camera di risonanza (echo chamber) è praticata da “tutti” gli esseri umani.
Sia gli ingenui bevitori di fake news che gli algidi illuminati razionali condividono l’arroccamento nella propria camera di risonanza e la sordità alla musica dello schieramento altrui.
E’ una sorta di meccanismo innato, un limite biologico.
Fake news e post-verità accompagnano la storia dell’umanità: dalla nascita delle religioni alle reliquie medioevali e, naturalmente, continuano ancora oggi. Se attualmente l’argomento è diventato scottante è solo a causa della onnipresenza e pervasività della comunicazione digitale.
La studio del fenomeno, dal punto di vista scientifico, non è certo recente: le esperienze pratiche di Milton Erickson risalgono agli anni trenta e “La Realtà della Realtà” di Paul Watzlawick del 1976 è una pietra miliare sull’argomento. Più recente il lavoro di Daniel Kahneman (Nobel 2002) sul ruolo dell’irrazionalità del giudizio umano nelle questioni economiche. Ma è l’italiano Walter Quattrociocchi all’avanguardia su questo argomento, sopratutto nel ruolo che fake news e post-verità stanno avendo negli attuali social. Argomento di estrema importanza, anche politica.
Quattrociocchi propone anche una cura: poiché la polarizzazione porta a non-comunicazione, l’obiettivo dovrebbe essere il ripristino della comunicazione, per facilitare la libera circolazione delle informazioni ed evitando il monologo o, peggio ancora il “blasting”, la ridicolarizzazione delle opinioni e credenze altrui.
Milton Erickson non era credente, ma con i pazienti credenti utilizzava i meccanismi della religione a scopo terapeutico. Il fine non era la ricerca della verità assoluta, ma la guarigione.
Immersi nell’oceano della post-verità bisogna imparare a nuotare.
Per saperne molto di più:
Pragmatica Della Comunicazione Umana. P. Watzlawick 1971
La Realtà della Realtà, Comunicazione, Disinformazione, Confusione. P. Watzlawick 1976
Nati per Credere. Girotto, Piovani, Vallortigara. 2008 Codice Edizioni
Liberi di Crederci. Walter Quattrociocchi, Antonella Vicini. 2018 Codice Edizioni
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