(Il M° Dante Basili con l'ottantenne M° Zhou Si Bin)
IL MITO DEL ‘VECCHIO MAESTRO’
Nelle nostre favole si parla di lupi e cacciatori, di contadini furbi, di fate e folletti, ma non si parla di vecchi eremiti alla ricerca di misteriosi elisir.
In effetti il mito del ‘vecchio maestro’ o ‘vecchio saggio’ sembra originario dell’immaginario orientale, ma solo in apparenza. In realtà é solo dalla rivoluzione industriale in poi che l’occidente ha smesso di attingere a questo importante simbolo, a questo archetipo, a causa dell’avvento del pensiero materialistico/positivo che per sua natura propende al progresso, al nuovo, al giovane...
Però già dagli inizi del secolo si sono visti i primi tentativi di ricostruzione del mito: lo stesso T.A.S. (training autogeno superiore) del dottor Schultz propone come ultimo esercizio l’esperienza del ‘contatto con il Vecchio Saggio’. In oriente invece questo mito non é mai decaduto, anche in senso negativo: una delle principali pecche dell’attuale regime cinese é proprio quello di dar spazio politico solo a veri e propri matusalemme ...
Una bellissima storia può illustrarci invece, in positivo, il nesso che la cultura orientale vede fra saggezza e vecchiezza, quest’ultima intesa come pieno godimento della vita e non come sua maledizione.
Un giorno Confucio, in cammino con i suoi allievi in un tratto boscoso, scorge qualcosa che ai suoi occhi (Confucio é un sostenitore del rispetto per i vecchi) risulta particolarmente drammatico: un uomo anziano, a torso nudo, in cima ad una rupe, si sta gettando fra le acque!
Quella cascata (che esiste tuttora) é particolarmente famosa per la sua violenza... Confucio vorrebbe intervenire per impedire il suicidio, ma riesce solo ad assistere, insieme agli allievi, all’atto sconsiderato del vecchio. “Chissà quale profondo dramma interiore ha spinto un uomo di così veneranda età a porre fine alla sua esistenza... non lo sapremo mai!” dice Maestro Kong (il vero nome di Confucio).
Quando però si avvicinano alla pozza ai piedi della rupe scoprono con sorpresa che il vecchio,visto poco prima, é vivo e vegeto e si sta asciugando al sole. Gli allievi si ritraggono impauriti, temendo trovarsi dinanzi ad un fantasma, ma Confucio senza battere ciglio domanda:
“Chi sei? Nessuna creatura mortale può sopravvivere a questo furore delle acque.”
“Sono solo un vecchio contadino signore, e se avete visto il mio tuffo comprendo il vostro stupore... da bambino caddi incidentalmente dalla rupe e vidi la morte negli occhi, ma con mia grande meraviglia le violente correnti non mi fecero alcun male, esse mi portarono in profondità proprio nel centro del vorticoso gorgo che si forma nella pozza e, toccato questo centro, la corrente mi lasciò nuovamente libero di tornare dolcemente in superficie... da allora questa per me é diventata una esperienza così importante che ogni mattina faccio il mio bel tuffo nell’acqua.” La tradizione vuole che Confucio ricevesse un profondo insegnamento da questo vecchio contadino...
(Il M° Zhou mentre "solleva" l'autore.
Il maestro ha dedicato gli anni della giovinezza allo studio dell'aquila.
animale che in ogni momento traspare dal suo sguardo)
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Come dicevo é una storia molto bella, da cui traspare un valore positivo della vecchiezza e dell’esperienza che non é subito intuibile; una storia che mi fu raccontata proprio da un ‘grande vecchio’: il M° Zhou si Bin.
Il M° Zhou (nelle foto) ha ottanta anni compiuti e non é solo un praticante di arti marziali e pratiche energetiche, ma anche un grande estimatore della cultura tradizionale. Penso che persone come lui abbiano un valore educativo notevole per gli adolescenti di oggi, e chi obbietta che vecchi arzilli si possono trovare ovunque ricordo che, in questo caso, non si tratta di eccezioni, ma di una cultura che ‘produce’ vecchi maestri.
Uomini come questi non sono rari in Cina... quello che é eccezionale è la loro recente disponibilità a venire in occidente.
Non sono mai mancati, nei decenni passati, avventurieri che con poco contenuto e tanta intraprendenza cercavano fortuna in occidente, ma maestri ‘veri’ si incontravano solo a casa loro... Oggi sembra invece esserci una inversione di tendenza: i migliori esperti nelle singole discipline (e quindi ultra settantenni) fanno di tutto per insegnare ad occidentali: solo nella nostra scuola ‘provinciale’ di Forlì riusciamo a chiamare quattro maestri ogni anno... e nelle grandi città é un’invasione!
Cosa li spinge?
La maggioranza non chiede neppure soldi. Una volta, quando parlai di soldi ad un maestro questo mi disse: “sono vecchio non ho tempo da perdere.” Quello che invece tutti vogliono é praticare ed insegnare, con un entusiasmo sorprendente.
Il mistero é presto svelato: nel loro paese non hanno più allievi! Ed in un mondo, come quello occidentale, in cui il grande ‘sogno tecnologico’ non é agli inizi, ma alla fine, ed in cui quantità e spreco sono all’ordine del giorno, la ‘qualità’ é una merce pregiata e stimata.
In fondo pure noi, in passato, avevamo il sogno del vecchio maestro, ed ora lo riviviamo... come meglio possiamo.
Dante Basili
(Tratto da 'La Natura e la Città' Marzo '99)