Musica
La porta di Kiev
16/07/22 19:09
La guerra è un macigno che più di tutto pesa sui più giovani. Per quanto dolorosa, una ferita su di un vecchio albero riamane quello che è, ma la ferita su di un giovane albero cresce insieme a lui.
Io e mia figlia sentivamo il bisogno di ricordare questa responsabilità e lo abbiamo fatto con la musica, un linguaggio con il quale riusciamo a comunicare
Comments
Arpa a Scardavilla
16/07/22 19:05
Il Monastero di Scardavilla (vicino al luogo dove vivo) era un antico centro dei monaci Camaldolesi, l'ordine monastico che fu di esempio nella gestione armoniosa delle foreste, molto prima della nascita della moderna ecologia. Il Chiostro di Scardavilla ha delle qualità acustiche eccellenti, proprio perchè non solo vi si camminava in cerchio, ma era anche luogo di canto e preghiera. Sorprende sempre la grande abilità dei costruttori del passato.
Bertinoro, Madonna del Lago
16/07/22 18:56
I Pasqualotti
18/02/22 13:19
Piandispino (dove io vivo) è una piccola località di campagna dove vi è ancora la tradizione della Befana e dei Pasqualotti. La Befana è rappresentata come una vecchia signora, brutta e sgangherata ed i Pasqualotti erano musicisti itineranti che in cambio di strofe in rima baciata (gli stornelli) chiedevano cibo e accoglienza, nel periodo più duro e buio dell'inverno. Sia la Befana che i Pasqualotti sono simbolo di Morte e Rinascita. I morti, in questo periodo di passaggio, come in tutti i momenti di rivolgimento del calendario, penetravano nel mondo dei vivi per aiutare con la loro presenza il rinnovamento della natura, così come i semi sepolti nella terra che fecondavano preparando la primavera. Anche i Pasqualotti rappresentavano i defunti che tornavano per augurare buone cose e per non farli arrabbiare bisognava dare loro qualche alimento in cambio.
“Sgnur padrun arvì la porta che qua fora u j è la morta!”. (Signor padrone aprite la porta che qui fuori c'è la morte!), era la richiesta di ospitalità dei Pasqualotti.
Ologramma e Musica Taiji
18/02/22 13:12
Solo un gioco fatto con semplici materiali, ma penso che questo sarà il futuro. Per questa musica, dedicata al Taiji Quan, che ho composto tanti anni fa, utilizzando un suono notturno di grilli campionato ed elaborato con i sintetizatori, l'arpa celtica ed il flauto traverso, ho pensato che questo magico effetto olografico fosse molto bello. Buon ascolto e buona visione.
Falling in Cm ABLETON PUSH2
18/02/22 13:03
Sono giornate dure e nuvolose, a volte il cielo diventa limpido, ma il freddo rimane pungente. In famiglia siamo tutti ammalati di Covid e così stiamo rintanati in casa. Non potendo fare lezioni ne approfitto per meditare e comporre nuova musica con il Push 2 della Ableton, appena acquistato. Brano interamente composto con i suoni di Live 11 Intro e Air Piano By Boscomac.
Hildegard O VIRTUS
28/12/21 16:50
Certo la "Virtus Sapientiae" la Virtù della Sapienza di cui canta Hildgard non è la sapienza ottenuta dai libri, dalle nozioni. Questa virtù dice Hidegard ha tre ali, la prima "in altum volat" vola in alto, la seconda "de terra sudat" trasuda dalla terra e la terza "undique volat" dal centro si espande ovunque. Questo Cielo, questa Terra e questo loro matrimonio che genera ovunque Vita, è in sintonia con il concetto Taoista di Virtù come viene espresso nel Daodejing.
LAT O virtus Sapientiae,
quae circuiens circuisti
comprehendendo omnia
in una via, quae habet vitam,
tres alas habens,
quarum una in altum volat,
et altera de terra sudat,
et tertia undique volat.
Laus tibi sit, sicut te decet,
O Sapientia.
IT O virtù della Sapienza,
che avvolgi tutto volteggiando,
comprendendo ogni cosa
in una sola via, che ha vita,
Hai tre ali,
delle quali una vola in alto
e un’altra trasuda dalla terra
e la terza si espande ovunque.
Lode a te sia, come a te si deve,
O Sapienza.
Dante e il Salve Regina
28/12/21 16:46
I Seminari Internazionali si Canto Gregoriano sono, per me e per mia figlia, un magnifico momento di meditazione, bellezza e incanto, oltre che ad una settimana di studio intenso.
In famiglia suoniamo e cantiamo di tutto, da Haedel al Folk Celtico, da Bach al Jazz, ma quello che si prova con il "vero" canto Gregoriano non si riesce ad esprimere a parole. Il monaco Eugene Cardin ed i suoi eredi come il prof. Nino Albarosa ci hanno fatto comprendere che non si tratta di un canto "piano e piatto" ma di qualcosa di vivo e pulsante.
L’Antiphona Salve Regina viene composta intorno all’anno mille probabilmente dal monaco Ermanno il Contratto, ma l’invocazione iniziale si ritrova già in un manoscritto del IX secolo. Per secoli sarà (ed è tuttora) cantata nelle comunità monastiche ed anche, nella sua versione più semplice, come preghiera popolare. Particolarmente cara ai marinai, che più di tutti sperimentavano l’instabilità ed i perigli dell’essere “viandanti” in questa vita, la melodia sarà arrangiata o rielaborata da tanti musicisti: Palestrina, Scarlatti, Vivaldi, Haendel, Liszt, Shubert fino ai contemporanei.
Mille anni di storia in una melodia.
Nel VII canto del Purgatorio Dante ode cantare il Salve Regina dai principi negligenti, i reggenti che hanno mancato nel dovere fondamentale di amare il loro popolo sofferente. Amore che invece Maria elargisce come una sorgente inesauribile. Queste anime sono sedute sul prato di una valle così bella che nessun pittore potrebbe riprodurne i colori di erbe e fiori e vi è nell’aria un odore così soave ed indefinibile che è la somma di mille e distinti profumi. Proprio come le tante voci delle anime purganti che diventano un tutto unico nel canto del Salve Regina.
La Lira Celtica
28/12/21 16:41
La Lyra Celtica con sette corde è accordata in scala pentatonica. Moltissime melodie tradizionali, bellissime, sono composte solo di cinque note. E questa loro apparente "arcaicità" fa si che la stessa melodia sia riconosciuta come "propria" in diversi popoli, diventando così occasione di incontro. In questa Promenade (passeggiata) mi concentro sulla tradizione celtica. Ognuna di queste melodie ha una storia da raccontare, ad esempio Auld lang Syne, scozzese, è stata molto amata in estremo oriente, credendo che fosse originale coreana, cinese o giapponese, ed è stata addirittura inno nazionale dei partigiani coreani. Amazing Grace, le cui parole sono state composte da un commerciante di schiavi, poi convertito allo Spirito ed ai diritti umani, ha una melodia irlandese molto più antica. La famosissima Old MacDonald Had a Farm è cantata in Cina come 王老先生有块地, "Il Vecchio Signor Wang ha della terra" e tanti bambini cinesi e giapponesi hanno sempre pensato fosse orientale. L'ultima song, la bellissima Oro sé do bheatha bhaile "ben tornata a casa" (ogni volta che la suono non riesco a stare fermo perché mi viene da danzare) che agli inizi del del ventesimo secolo è una canzone di rivolta, in origine è una canzone di accoglienza alla sposa nel rito e festa che si teneva in Irlanda un mese dopo il matrimonio.
"Don't give a man a sword if he can't dance or sing before"
"Non regalare una spada a chi prima non sappia ballare o cantare"
Cantato e Parlato
16/11/18 10:59
"Se è vero che le prime forme di linguaggio consistevano essenzialmente di note, capirete perchè, per gli uomini primitivi, capire la musica rappresentava un enorme vantaggio evolutivo."
Victor Grauer- Genetista e musicologo
Luce e Tenebra
16/11/18 10:55
Con il bellissimo controller costruito dal liutaio Turoni Marcello. Non solo sensibile al tatto, come in questo caso, ma anche alle frequenze luminose. bellissimo lasciarlo sul tavolo e farlo suonare da un raggio di Sole che passa dalla finestra. Minime fluttuazioni, impercettibili agli occhi, generano diverse note. Se poi passa una nuvola...
O Virtus
26/10/18 17:49
O VIRTUS SAPIENTIE. Le risonanze fra S. Ildegarda ed il Taoismo sono molte. Anche per la santa del Reno l’Essenza della Sapienza non è erudizione, non è accumulo, ma qualcosa che avvolge compenetrando “circuiens circuisti” ogni cosa. Ma ancor di più per Ildegarda la Virtù della Sapienza è “una Via che ha Vita”. Questa qualità si esprime attraverso tre emanazioni, tre Ali: una vola in alto, una trasuda dalla terra e la terza congiunge ogni cosa volando ovunque. E questa bellezza, questa meraviglia, questa Sapienza vivente, una e trina, chiede di essere lodata, riconosciuta, celebrata.
Nella musica Ildegarda esprime molto bene tutto ciò in maniera più efficace che con le sole parole: Il lungo vocalizzo “O” iniziale ha sia la potenza dello Om orientale che la dolcezza di un richiamo d’amore; le note acute ribattute di “comprehendendo” donano la profonda percezione di come questa “essenza” sia ovunque, come un abbraccio; L’Ala che vola in alto è accompagnata da note acutissime, quella che trasuda dalla Terra da note gravi mentre l’armonia dell’Ala centrale si dispiega con note che, personalmente, mi fanno sorridere di gioia ogni volta che canto questa canzone. La Sapienza di cui Lei parla sembra la sapienza dell’umiltà: cammina insieme alla gioia ed alla gratitudine.
Dante Basili
Incanto dell'Amore
17/05/18 09:53
La bellezza
quella che
nessuno può afferrare
appare e poi scompare.
Come un Angelo
che ti sfiora il viso con le ali,
ma non lo puoi vedere.
Corre e fugge
in tempo dalle mani
la vita e le sue stagioni,
ma quella carezza
che ti scivola sul viso
è promessa di Paradiso.
Musica di anonimo rinascimentale. Testo di Miriam e Dante Basili.
In una canzone si compone prima la musica o le parole?
19/06/17 10:41
Brian Eno nel suo “Futuri Impensabili”, edito dalla Giunti, fa molti esempi del processo creativo nella creazione di una song, sia in prima persona che nelle sue collaborazioni con David Bowie, Bono Vox ed altri. Un testo prezioso e sempre di grande stimolo.
Personalmente sono iscritto alla Siae sia come compositore che come autore dei testi ed ho all’attivo un centinaio di canzoni, composte nell’arco di una quarantina d’anni.
Risponderei alla domanda dicendo che vi sono tre possibilità:
Il testo viene prima della musica Come capita nella composizione di musica su testo in latino come i Kyrie, i Requiem. In generale in tutta la musica sacra e non solo quella occidentale. Come nel caso di testi poetici importanti in cui la musica segue e si mette al servizio della metrica e della sonorità insita nelle parole.
Solo come esempio linko una composizione di mia figlia sul celebre sonetto di Dante Alighieri.
Non ha composto il tema dal nulla, ma si è ispirata a due canzoni medioevali, un Vireali di Machaut e una delle Cantiga de Santa Maria, ed ha poi cercato di variarle per adattarle al testo. Come diceva Umberto Eco “il processo creativo ha il suo fondamento nelle Variazioni sul Tema”. Si possono fare così tante variazioni che infine il risultato finale è qualcosa di completamente nuovo, una tipica procedura di composizione, non solo in musica.
La musica viene prima del testo Quando si è liberi dal vincolo della parola la musica può precedere il testo. Molto comune fra i cantautori, non solo italiani, è avere prima una ispirazione melodica con il suo infinito di emozioni, di colori, di sensazioni e solo successivamente, trattandosi della forma canzone, il tutto viene vestito con le parole. A volte l’abito è all’altezza, altre volte no.
Un esempio fra tanti, rimanendo nella musica italiana, è la celebre associazione Musica-Parole Battisti-Mogol. Una collaborazione particolarmente felice.
Nell’ambiente si dice che gli italiani sono grandi compositori di melodie, mentre sono carenti i buoni autori di testo.
Un buon consiglio per trovare un bel testo è quello di scoprirlo all’interno della melodia, come faceva Michelangelo quando vedeva già la scultura finita all’interno della pietra grezza che sceglieva a Carrara. Ma questo i grandi parolieri lo sanno già.
Musica e parole vengono insieme Quando il risultato non è solo una banale variazione, di qualcosa di già trito e ritrito, ma qualcosa di fresco e nuovo, che sorprende lo stesso autore, ecco che musica e parole arrivano insieme, nello stesso momento.
La sensazione che si ha è di non essere gli autori, perchè non è qualcosa che accade con lo sforzo, ma testimoni. Sembra più una rivelazione o meglio, come dicevano gli antichi, una possessione: le Muse entrano in noi, si esprimono e ci muovono.
Nella storia della musica moderna le sostanze stupefacenti hanno avuto un ruolo importante nel favorire questa condizione, ma non sono certo una garanzia per ottenere buona musica. Una canzone banale rimane banale anche se nel momento allucinato del concepimento l’autore l’ha vista come il più bello degli scarrafoni.
Conclusione: queste tre possibilità sono un poco una forzatura, in realtà vi sono vie di mezzo e varianti, ma senza dubbio, anche nella produzione di un grande artista, la vera ispirazione raramente raggiunge il dieci per cento. Tutto il resto è mestiere.
Personalmente sono iscritto alla Siae sia come compositore che come autore dei testi ed ho all’attivo un centinaio di canzoni, composte nell’arco di una quarantina d’anni.
Risponderei alla domanda dicendo che vi sono tre possibilità:
Il testo viene prima della musica Come capita nella composizione di musica su testo in latino come i Kyrie, i Requiem. In generale in tutta la musica sacra e non solo quella occidentale. Come nel caso di testi poetici importanti in cui la musica segue e si mette al servizio della metrica e della sonorità insita nelle parole.
Solo come esempio linko una composizione di mia figlia sul celebre sonetto di Dante Alighieri.
Non ha composto il tema dal nulla, ma si è ispirata a due canzoni medioevali, un Vireali di Machaut e una delle Cantiga de Santa Maria, ed ha poi cercato di variarle per adattarle al testo. Come diceva Umberto Eco “il processo creativo ha il suo fondamento nelle Variazioni sul Tema”. Si possono fare così tante variazioni che infine il risultato finale è qualcosa di completamente nuovo, una tipica procedura di composizione, non solo in musica.
La musica viene prima del testo Quando si è liberi dal vincolo della parola la musica può precedere il testo. Molto comune fra i cantautori, non solo italiani, è avere prima una ispirazione melodica con il suo infinito di emozioni, di colori, di sensazioni e solo successivamente, trattandosi della forma canzone, il tutto viene vestito con le parole. A volte l’abito è all’altezza, altre volte no.
Un esempio fra tanti, rimanendo nella musica italiana, è la celebre associazione Musica-Parole Battisti-Mogol. Una collaborazione particolarmente felice.
Nell’ambiente si dice che gli italiani sono grandi compositori di melodie, mentre sono carenti i buoni autori di testo.
Un buon consiglio per trovare un bel testo è quello di scoprirlo all’interno della melodia, come faceva Michelangelo quando vedeva già la scultura finita all’interno della pietra grezza che sceglieva a Carrara. Ma questo i grandi parolieri lo sanno già.
Musica e parole vengono insieme Quando il risultato non è solo una banale variazione, di qualcosa di già trito e ritrito, ma qualcosa di fresco e nuovo, che sorprende lo stesso autore, ecco che musica e parole arrivano insieme, nello stesso momento.
La sensazione che si ha è di non essere gli autori, perchè non è qualcosa che accade con lo sforzo, ma testimoni. Sembra più una rivelazione o meglio, come dicevano gli antichi, una possessione: le Muse entrano in noi, si esprimono e ci muovono.
Nella storia della musica moderna le sostanze stupefacenti hanno avuto un ruolo importante nel favorire questa condizione, ma non sono certo una garanzia per ottenere buona musica. Una canzone banale rimane banale anche se nel momento allucinato del concepimento l’autore l’ha vista come il più bello degli scarrafoni.
Conclusione: queste tre possibilità sono un poco una forzatura, in realtà vi sono vie di mezzo e varianti, ma senza dubbio, anche nella produzione di un grande artista, la vera ispirazione raramente raggiunge il dieci per cento. Tutto il resto è mestiere.
La Musica è stata una invenzione o una scoperta?
19/06/17 10:37
Probabilmente la musica non è né una scoperta né una invenzione, ma una necessità.
Una necessità intrinseca della natura umana.
Anzi gli studi più recenti pongono la musica all’origine della cultura stessa e quindi all’origine del linguaggio.
Già da tempo si sa che le lingue più antiche sono lingue tonali. Un esempio tipico di lingua tonale è il cinese nel quale le singole sillabe assumono diverso significato a seconda di come vengono “intonate”. Semplificando si può affermare che le lingue tonali sono lingue cantate. La maggior diffusione e varietà di lingue tonali si ha nell’Africa subsahariana. Popolazioni come i Boscimani, fra le più “antiche” dal punto di vista genetico, parlano naturalmente una lingua tonale (e con i click) estremamente complessa.
Victor Grauer, musicologo e genetista, sostiene (2011) che la ICM, l’Ipotetica Cultura Migrante che, partendo dall’Africa, conquistò in qualche decina di migliaia di anni tutto il mondo, doveva parlare una lingua simile a quella dei Boscimani. Una sorta di lingua originale da cui, per semplificazione e deriva, si sarebbero sviluppati poi tutti gli altri linguaggi.
Il Neuroscienziato Björn Merker nella sua ricerca si è spinto ben oltre, mettendo in relazione i vocalizzi di certi primati con la nascita della musica. In Particolare ha scoperto dei richiami perfettamente sincronizzati, soprattutto fra i bonobo, emessi con una precisa alternanza. Sembrano corrispondere allo stile di canto medievale denominato Hoquetus, una struttura di canto molto simile a quella di Pigmei e Boscimani.
“Se questa ipotesi è vera, avremmo scoperto che la musica per gli esseri umani ha un’evidente origine biologica” B. Merker (2000)
Successivamente un’altra ricercatrice, Ellen Dissanayake, ha poi messo in relazione queste peculiarità musicali dei primati con il rapporto madre-figlio:
“Credo che questa forma di corrispondenza che si sviluppa tra madre e figlio possa essere all’origine della musica umana.” E. Dissanayake (2008)
Attualmente vi è un interessantissimo dibattito fra linguisti, musicologi, esperti di genetica delle popolazioni e neurologi. In particolare la genetica ha portato un vento fresco in quelli che erano i vecchi punti fermi di linguisti e musicologi ed ha stimolato nuove domande.
Personalmente, come musicista, trovo affascinante la possibilità che la musica non sia un banale prodotto ricreativo delle varie culture, ma che sia invece all’origine della cultura stessa.
Bibliografia e fonti
Victor Grauer. Musica dal profondo. Viaggio all’origine della storia e della cultura. Codice Edizioni (2015). Un saggio fondamentale sull’argomento, forse unico nel suo genere, per il fatto che l’autore oltre ad essere un esperto di genetica delle popolazioni è anche un artista, un compositore e musicista che collaborò con Alan Lomax.
Merker, B. (2000) Synchronous Chorusing and Human Origins
Dissanayake, E. (2008) If Music is the Food of Love, What about Survival and Reproductive Success?, in “Musicae Scientie”, numero speciale, pp. 169-195
Una necessità intrinseca della natura umana.
Anzi gli studi più recenti pongono la musica all’origine della cultura stessa e quindi all’origine del linguaggio.
Già da tempo si sa che le lingue più antiche sono lingue tonali. Un esempio tipico di lingua tonale è il cinese nel quale le singole sillabe assumono diverso significato a seconda di come vengono “intonate”. Semplificando si può affermare che le lingue tonali sono lingue cantate. La maggior diffusione e varietà di lingue tonali si ha nell’Africa subsahariana. Popolazioni come i Boscimani, fra le più “antiche” dal punto di vista genetico, parlano naturalmente una lingua tonale (e con i click) estremamente complessa.
Victor Grauer, musicologo e genetista, sostiene (2011) che la ICM, l’Ipotetica Cultura Migrante che, partendo dall’Africa, conquistò in qualche decina di migliaia di anni tutto il mondo, doveva parlare una lingua simile a quella dei Boscimani. Una sorta di lingua originale da cui, per semplificazione e deriva, si sarebbero sviluppati poi tutti gli altri linguaggi.
Il Neuroscienziato Björn Merker nella sua ricerca si è spinto ben oltre, mettendo in relazione i vocalizzi di certi primati con la nascita della musica. In Particolare ha scoperto dei richiami perfettamente sincronizzati, soprattutto fra i bonobo, emessi con una precisa alternanza. Sembrano corrispondere allo stile di canto medievale denominato Hoquetus, una struttura di canto molto simile a quella di Pigmei e Boscimani.
“Se questa ipotesi è vera, avremmo scoperto che la musica per gli esseri umani ha un’evidente origine biologica” B. Merker (2000)
Successivamente un’altra ricercatrice, Ellen Dissanayake, ha poi messo in relazione queste peculiarità musicali dei primati con il rapporto madre-figlio:
“Credo che questa forma di corrispondenza che si sviluppa tra madre e figlio possa essere all’origine della musica umana.” E. Dissanayake (2008)
Attualmente vi è un interessantissimo dibattito fra linguisti, musicologi, esperti di genetica delle popolazioni e neurologi. In particolare la genetica ha portato un vento fresco in quelli che erano i vecchi punti fermi di linguisti e musicologi ed ha stimolato nuove domande.
Personalmente, come musicista, trovo affascinante la possibilità che la musica non sia un banale prodotto ricreativo delle varie culture, ma che sia invece all’origine della cultura stessa.
Bibliografia e fonti
Victor Grauer. Musica dal profondo. Viaggio all’origine della storia e della cultura. Codice Edizioni (2015). Un saggio fondamentale sull’argomento, forse unico nel suo genere, per il fatto che l’autore oltre ad essere un esperto di genetica delle popolazioni è anche un artista, un compositore e musicista che collaborò con Alan Lomax.
Merker, B. (2000) Synchronous Chorusing and Human Origins
Dissanayake, E. (2008) If Music is the Food of Love, What about Survival and Reproductive Success?, in “Musicae Scientie”, numero speciale, pp. 169-195
L'Albero ed io
25/05/17 10:59
Una intensa e laica (forse arcaica) considerazione sulla morte. In pratica però impossibile da realizzare in Italia, come constatato da un'amica, malata terminale. Con le sue ceneri però ci siamo andati vicino, come lei voleva: un poco le abbiamo gettate nell'aria, un poco sulla terra e poi i bambini, che spontaneamente hanno cominciato a giocarci gettandosele addosso, come si fa con la sabbia. La sua cara nipotina, con l'innocenza ed il bisogno di "materia" dei bambini piccoli un po' se le è anche mangiata, di cenere, guardando il vuoto ed esclamando "Dada!"
E poi, sempre come lei voleva, il suono dell'arpa, il bivacco attorno al fuoco e le mongolfiere di carta, come tante luci nel cielo della sera.
Per quanto mi riguarda è stato tutto molto bello, fresco e pieno di luce e mi sono detto; "Cavoli, lo vorrei io un funerale così!"
La nostra amica ha vissuto il morire nella stessa maniera di J.Hillman: con stupore e senso di scoperta. Prima di addormentarsi definitivamente ha detto: "sono proprio curiosa di vedere com'è"!
Dante Basili
Ut queant laxis
25/05/17 10:56
Alle radici della musica occidentale
L'Inno di Paolo Diacono, VIII° secolo, che Guido d'Arezzo utilizzò per codificare la moderna notazione musicale, che avrebbe rivoluzionato il modo di insegnare, comporre e tramandare la musica in occidente. Dalla prima strofa dell'Inno, dedicato a San Giovanni, si ricavano le note musicali UT (DO) RE, MI, FA, SOL, LA. La nota SI, dalle iniziali di Sancte Ioannes, venne aggiunta solo nel 1500.
An Irish Blessing
19/12/16 08:04
Che possa la strada alzarsi per venirti incontro,
che il vento ti sostenga sempre da dietro
e che il sole brilli caldo sul tuo volto.
Le piogge cadano dolci sui tuoi campi e,
finché non ci rivedremo,
possa Dio tenerti nel palmo della sua mano.
Benedire è un poco come sorridere: fa bene sia a chi riceve che a chi lo fa.