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Arti Marziali, Musica e Meditazione

In una canzone si compone prima la musica o le parole?

Brian Eno nel suo “Futuri Impensabili”, edito dalla Giunti, fa molti esempi del processo creativo nella creazione di una song, sia in prima persona che nelle sue collaborazioni con David Bowie, Bono Vox ed altri. Un testo prezioso e sempre di grande stimolo.
Personalmente sono iscritto alla Siae sia come compositore che come autore dei testi ed ho all’attivo un centinaio di canzoni, composte nell’arco di una quarantina d’anni.
Risponderei alla domanda dicendo che vi sono tre possibilità:
Il testo viene prima della musica Come capita nella composizione di musica su testo in latino come i Kyrie, i Requiem. In generale in tutta la musica sacra e non solo quella occidentale. Come nel caso di testi poetici importanti in cui la musica segue e si mette al servizio della metrica e della sonorità insita nelle parole.
Solo come esempio linko una composizione di mia figlia sul celebre sonetto di Dante Alighieri.

Non ha composto il tema dal nulla, ma si è ispirata a due canzoni medioevali, un Vireali di Machaut e una delle Cantiga de Santa Maria, ed ha poi cercato di variarle per adattarle al testo. Come diceva Umberto Eco “il processo creativo ha il suo fondamento nelle Variazioni sul Tema”. Si possono fare così tante variazioni che infine il risultato finale è qualcosa di completamente nuovo, una tipica procedura di composizione, non solo in musica.
La musica viene prima del testo Quando si è liberi dal vincolo della parola la musica può precedere il testo. Molto comune fra i cantautori, non solo italiani, è avere prima una ispirazione melodica con il suo infinito di emozioni, di colori, di sensazioni e solo successivamente, trattandosi della forma canzone, il tutto viene vestito con le parole. A volte l’abito è all’altezza, altre volte no.
Un esempio fra tanti, rimanendo nella musica italiana, è la celebre associazione Musica-Parole Battisti-Mogol. Una collaborazione particolarmente felice.
Nell’ambiente si dice che gli italiani sono grandi compositori di melodie, mentre sono carenti i buoni autori di testo.
Un buon consiglio per trovare un bel testo è quello di scoprirlo all’interno della melodia, come faceva Michelangelo quando vedeva già la scultura finita all’interno della pietra grezza che sceglieva a Carrara. Ma questo i grandi parolieri lo sanno già.
Musica e parole vengono insieme Quando il risultato non è solo una banale variazione, di qualcosa di già trito e ritrito, ma qualcosa di fresco e nuovo, che sorprende lo stesso autore, ecco che musica e parole arrivano insieme, nello stesso momento.
La sensazione che si ha è di non essere gli autori, perchè non è qualcosa che accade con lo sforzo, ma testimoni. Sembra più una rivelazione o meglio, come dicevano gli antichi, una possessione: le Muse entrano in noi, si esprimono e ci muovono.
Nella storia della musica moderna le sostanze stupefacenti hanno avuto un ruolo importante nel favorire questa condizione, ma non sono certo una garanzia per ottenere buona musica. Una canzone banale rimane banale anche se nel momento allucinato del concepimento l’autore l’ha vista come il più bello degli scarrafoni.
Conclusione: queste tre possibilità sono un poco una forzatura, in realtà vi sono vie di mezzo e varianti, ma senza dubbio, anche nella produzione di un grande artista, la vera ispirazione raramente raggiunge il dieci per cento. Tutto il resto è mestiere.
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