SCUOLA TIANDIHE

Arti Marziali, Musica e Meditazione

La Rana e Zhuangzi


Rana Zhuang zi


Il detto cinese “la rana sul fondo del pozzo” che indica una persona dal pensiero limitato è anche una favola per bambini scritta in tante versioni, ma l’aneddoto originale è nel capitolo diciassette del Zhuangzi: Acque d’Autunno.
Il capitolo diciassette, uno dei più belli di questo classico del Taoismo, è dedicato alla difficoltà che l’Essenziale ha nel comunicare con il Non Essenziale.
Il Non Essenziale accumula ed ha il suo fondamento sull’erudizione, l’Essenziale toglie e sfronda ed ha il suo fondamento sull’esperienza.
All’inizio del capitolo è il dialogo fra due spiriti, uno è lo spirito del Fiume Giallo e l’altro è lo spirito del Mare del Nord: lo spirito del Fiume, pur sentendosi vastissimo conosce la vera immensità solo quando finalmente giunge al Mare, si sente profondamente grato e solo ora è in grado di comprendere il Dao.
“Alla rana del pozzo” dice lo spirito del Mare al Fiume “non si può parlare del mare perché è circoscritta dal suo buco, all’insetto estivo non si può parlare dell’inverno perché è limitato dalla sua breve vita, a un uomo colto non si può parlare del Dao perché è invischiato della sua erudizione. Ora che sei uscito dalle tue rive ed hai visto il Mare capisci di cosa sei fatto e ti si può parlare dei grandi principi.”
L’aneddoto della rana che segue si inserisce in una cornice che spiega come un famoso letterato sofista dell’epoca non riesca a comprendere e, anzi, rimanga profondamente turbato dal suo incontro con lo stesso Zhuangzi.
Curiosa la Tartaruga del Mare si sporge sull’orlo del pozzo per guardarvi all’interno. Dal fondo giunge la voce della rana che, sempre così bisognosa di cantare, parlare e gracchiare, comincia ad elencare le innumerevoli bellezze del suo vasto regno lì, sul fondo del pozzo. Né granchi né girini possono godere quello che lei gode ed invita la tartaruga a scendere nel pozzo per accertarsi di persona. Con cortesia la tartaruga si accinge alla discesa, ma (fortuna per lei) una zampa le rimane impigliata nella fessura di una pietra. Non potendo così scendere comincia a parlare dall’alto del pozzo alla rana. Le comunica qualcosa che conosce molto bene: le parla della grandezza del Mare, della sua casa, del suo luogo di origine.
In molte favole la rana ringrazia la tartaruga, in altre addirittura la rana riesce a scalare risalendo il pozzo e viene accompagnata dalla tartaruga a conoscere di persona il Mare. Ma nella versione originale di Zhuangzi alle parole della tartaruga la rana prova un grande spavento e quasi perde i sensi.
Chi accumula diventa pesante ed ha il terrore della leggerezza.

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La rana nel pozzo


Rana pozzo

Jing Di Zhi Wa "La rana sul fondo del pozzo"
Ogni anno scrivo un augurio per gli amici della scuola Libertao.
Una lettera aiuta ad essere vicini anche quando non è possibile esserlo fisicamente.
Rileggendola ho pensato che potrebbe interessare tutti i praticanti e la condivido anche qui
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"E' importante che la nostra pratica marziale porti all'apertura ed alla condivisione. Quando la conoscenza diventa certezza il rischio è che si trasformi in prigione.
E' ben spiegato nel detto
坐井观天 "Zuo Jing Guan Tian" Seduti in fondo al pozzo guardando il cielo, o meglio ancora 井底之蛙 "Jing Di Zhi Wa" La rana sul fondo del pozzo. Indicano, nella lingua cinese, una mentalità ristretta: colui che sta seduto in fondo al pozzo vede solo una piccola porzione di cielo e nella sua arroganza la ritiene la verità assoluta. E, come la rana della leggenda che vive nel fondo del pozzo, così le persone arroganti sono aggressive e gracchiano al cielo, totalmente inconsapevoli della propria limitatezza.
Le Arti Marziali più di altre arti possono indurre all'arroganza, per questo è bello armonizzarsi praticando con il sorriso.
La rana sul fondo del pozzo è anche una metafora della condizione umana: la luce che i nostri occhi vedono è solo una piccola porzione dello spettro luminoso, i suoni che le nostre orecchie odono sono solo una piccola porzione delle onde sonore, la realtà che riusciamo a misurare e quantificare è solo una piccola porzione della realtà e le nostre opinioni in merito ad un argomento sono solo i risultati di una esperienza soggettiva che non comprende la vastità del cielo. Il concetto di "Uomo Santo" taoista e di "Risvegliato" buddhista è proprio invece della condizione di colui che, sapendo di non sapere, è conscio della grandezza del cielo: una piccola rana che, con immensa fatica è salita su, fino ai bordi del pozzo.
E si è meravigliata della vastità dell'oceano."

Dante Basili
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