Da dove nascono le teorie del complotto?
Nascono dalla tendenza umana a cercare un senso ed un significato, a cercare relazioni ed interrelazioni in quello che sembra essere solo una poltiglia informe di percezioni che giungono al cervello. In ultima analisi dal bisogno di “creare realtà”.
E’ un errore grossolano pensare che il complottista sia uno sciocco, un credulone disinformato o un babbeo, psicologicamente labile e facilmente manipolabile.
I complottisti siamo tutti noi.
Il senso di gratificazione e di profonda realtà che prova il matematico quando, unendo i vari puntini, giunge ad una più vasta teoria è la stessa gratificazione che prova il complottista quando trova un significato a tutte le anomalie che confermano le sue idee.
Una volta ottenuta con così tanta fatica, questa “realtà” diventa un riferimento abituale, un vestito che si continuerà ad indossare anche se diventa logoro o troppo stretto.
Altro errore grossolano è il credere che il complottismo sia un frutto di Internet e dell’attuale era della disinformazione. E’ un fenomeno che probabilmente ha origine nella cosiddetta paranoia preventiva, presente nelle popolazioni che vivono ancora come cacciatori raccoglitori.
“Siamo geneticamente predisposti ad un pensiero più o meno paranoico di fronte a situazioni disordinate o inspiegabili, ed è probabilmente un tratto selezionato dalla nostra evoluzione per farci sopravvivere in un mondo pieno di incertezze.” (Silvia Bencivelli)
Un atteggiamento atavico di ben lunga precedente il povero Nerone, accusato ingiustamente di aver provocato l’incendio di Roma.
“A pensar male si fa peccato, ma ci si prende sempre!” Diceva il senatore Andreotti.
Se da una parte questa tendenza è stimolo alla curiosità ed all’osservazione di relazioni e particolari, dall’altra può diventare ristagno o chiusura nella “propria realtà”, con il rischio di trasformarsi in ricerca del capro espiatorio.
Un meccanismo antico con cui fare i conti e da affrontare con molta umiltà, visto che nessuno ne è completamente immune, men che meno quelli che pensano che i complottisti siano tutti degli sciocchi. E con tanta, tanta autoironia.
Saggio esaustivo sull’argomento è quello di Rob Brotherton, psicologo della Columbia University: Menti Sospettose, perché siamo tutti complottisti. Bollati Boringhieri 2017
Oramai datato, ma comunque fondamentale e ricco di stimoli: Paul Watzalawick, La Realtà della Realtà. Astrolabio Ubaldini 1976
Sulla paranoia preventiva delle culture tradizionali: Jared Diamond, Il Mondo fino a ieri, cosa possiamo imparare dalle società tradizionali? Einaudi 2012
La citazione di Silvia Bencivelli è tratta da “Il lato umano del complottista” Le Scienze, aprile 2017 pag. 94
Dante Basili
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