SCUOLA TIANDIHE

Arti Marziali, Musica e Meditazione

Dante e la Cina


Dante 1996

DOMANDA: "Maestro, ma perchè lei fa quello che fa? Perchè pratica le arti marziali cinesi, perchè da così tanto tempo si allena quotidianamente, perchè studia la medicina cinese, la lingua e la cultura orientale? Io personanalmente se pongo la stessa domada a me stesso riesco solo a rispondere che, se non lo faccio, mi manca."
RISPOSTA: Ho sentito una attrazione innata per la Cina fin da bambino, a 8 anni sentivo familiari le parole di Laozi e mi facevano irritare quelle di Confucio... Mentre tutti i miei amici facevano Karatè o Judo io sapevo di voler fare solo arti cinesi. Non mi piacevano i film di Bruce Lee (strano) e filoni simili, ma ad 11 anni convinsi mia nonna ad iscrivermi all'unica scuola di Kung Fu della città. A 25 anni, in Cina al Tempio di Shaolin, dopo una dimostrazione in cui ognuno faceva vedere quello che aveva fatto nella vita (di arti marziali) i ragazzi (i nostri maestri, gli allievi di Liang Yi Quan che studiavano al tempio) mi dissero: "I tuoi compagni Italiani sono molto bravi e preparati, ma tu è come se fossi uno di noi". E ancora oggi ho una forte empatia per questo popolo, mi tengo informato sulla loro attualità, come la "rivoluzione degli sdraiati" degli ultimi anni, su cui ho scritto anche una canzone, la rivolta del formato A4 di un mese fa e l'attuale (di giorni) caccia ai "banditi sdraiati" che mi preoccupa molto... cose di cui, ne sono quasi convinto, non vi è nessun maestro italiano di arti marziali cinesi a cui interessa qualcosa. Personalmente mi sento un personaggio di confine: come se fossi un occidentale che può capire l'oriente o un orientale che può capire l'occidente e vivo con stupore questo fatto.
Infine la cosa più semplice e importante: "se non lo faccio mi manca" questo vale per te e vale anche per me, forse per motivi diversi, ma l'affermazione è la stessa.

blog comments powered by Disqus