Vermi e Indiani
13/10/23 10:44 Filed in: conoscenza
“… Choel è una stazione importantissima perché è un guado per i cavalli. Quando le truppe vi giunsero vi incontrarono una tribù di indiani e la sterminarono. Ma il capo indiano riuscì a fuggire in un modo che destò l’ammirazione di tutti. I capi indiani hanno sempre uno o due cavalli scelti che tengono pronti in caso di urgente necessità: questo capo indiano balzò su uno di questi, un vecchio cavallo bianco, prendendo con sé il figlioletto: il cavallo non aveva né sella né briglie. Per fuggire alle fucilate l’indiano cavalcava alla maniera caratteristica della sua gente, vale a dire con un braccio attorno al collo del cavallo e soltanto una gamba sul suo dorso. Così sospeso sul fianco del cavallo, gli accarezzava la testa e gli parlava. Gli inseguitori fecero ogni sforzo per raggiungerlo; il comandante cambiò tre volte cavallo, ma invano: il vecchio indiano ed il figlio fuggirono e furono liberi. Che bel quadro da immaginare: la nuda e bronzea figura del vecchio indiano col suo bambino che, cavalcando sul cavallo bianco come Mazeppa*, riusciva a distanziare la schiera dei suoi inseguitori.”
C. Darwin - Viaggio di un naturalista intorno al mondo. Cap V
Questi scritti giovanili del suo viaggio a bordo del Beagle e quelli dedicati “all’azione dei vermi nella formazione del terreno” pubblicati poco prima della sua morte sono il Darwin che più amo. Come i vermi sono indispensabili alla vita ed alla formazione del suolo e Darwin li ammira profondamente (con grande scherno dei suoi contemporanei) così è evidente che ammiri questo capo indiano che per i suoi compagni di viaggio è solo uno scarafaggio da calpestare. Il vecchio indiano non conficca gli speroni sul fianco del vecchio cavallo bianco, ma gli carezza la testa e gli parla. Il figlioletto è avvinghiato a lui e questo essere “tre in uno” vince sui tre cavalli freschi del capitano. Parlando così, di vermi e indiani, l’ateo Darwin esprime come materialmente “gli ultimi saranno primi”.
Grazie Charles.
*Mazeppa, eroe cosacco decantato da G. Byron.
Nell’immagine C. Darwin all’età di sette anni con in braccio un vaso della sua amata Lachenalia aloides, bulbosa che fiorisce a fine autunno, quando oramai tutti i sgargianti colori si sono spenti.
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